Cecenia: generale vuole esecuzioni pubbliche dei ribelli Montag, 4. Juni 2001 / 12:42 Uhr
Mosca - Il generale Ghennady Troshev, comandante
delle forze militari russe in Cecenia, si è detto pronto ad
«impiccare nelle strade» i guerriglieri responsabili dell'uccisione
e della scomparsa di centinaia di civili innocenti, ma il Cremlino
si è subito dissociato dalle sue dichiarazioni.
Secondo il rappresentante del presidente per i diritti umani
Vladimir Kalamanov dall'agosto 2000, inizio dell'ultima operazione
militare federale in Cecenia, 546 civili sono considerati
scomparsi.
Troshev, in dichiarazioni riportate dal quotidiano 'Izvestia' e
dall'agenzia Interfax, ha detto «impiccherei i terroristi nelle
piazze e li lascerei appesi affinchè tutti li possano vedere».
Il portavoce del Cremlino, Serghiei Yastrzhenbsky, citato
dall'agenzia Itar-tass, ha criticato le parole del generale Troshev
affermando che «le operazioni anti terroristiche in Cecenia non
possono essere portate avante in condizioni di illegalità e
violazione della legge russa».
«Non ci possono essere esecuzioni pubbliche nè i terroristi
possono essere giustiziati per strada», ha sottolineato il
portavoce.
«Chi non vuole deporre le armi deve essere liquidato e chi si
arrende arrestato e processato», ha aggiunto. Troshev ha anche
proposto che le autorità centrali mettano taglie fino ad un milione
di dollari sui capi ribelli vivi o morti, «e allora il problema
sarebbe risolto».
(sda)
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