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Le Poste minacciano di 'staccare la spina' alle agenzie stampa

Dienstag, 12. Dezember 2000 / 13:09 Uhr

Roma - "Mi e' sembrato che vi sia la volonta' di trovare una soluzione positiva al problema senza procedere ad iniziative drastiche. Per parte nostra stiamo seguendo con attenzione una vicenda cosi' rilevante per il settore dell'informazione''. Sono parole di Vincenzo Vita, sottosegretario alle comunicazioni, al termine di un colloquio telefonico con Corrado Passera, amministratore delegato delle Poste Italiane.

La società aveva minacciato, nei giorni scorsi, di ''staccare la spina'' alle agenzie di notizie. Ed è subito esplosa la polemica. Con una lettera di una ventina di righe inviata nei giorni scorsi alle agenzie italiane, l'ente poste, infatti, ha annunciato l'intento, a partire dal 1 gennaio 2001, di dismettere ''l'attuale servizio di diffusione di notiziari stampa e di collegamenti punto a punto''. Le Poste si dicono, comunque, disponibili ad una proroga ''per un periodo massimo di sei mesi, sia pure con costi prevedibilmente maggiorati, in proporzione al maggior costo dei collegamenti utilizzati per il servizio, che Telecom nel prossimo anno applichera' alla nostra Societa'''. In pratica, le agenzie hanno sei mesi di tempo per trovare un nuovo sistema di trasmissione delle notizie agli utenti. Un termine che le agenzie giornalistiche ritengono assolutamente non sufficiente. E sono fioccate le contestazioni da parte dei politici, a cominciare dal parlamentare dell'Udeur Bonaventura Lamacchia che, in un'interrogazione, ha chiesto al ministro delle Poste e Telecomunicazioni Salvatore Cardinale di consentire tempi più lunghi alle agenzie di stampa per mettere a regime i nuovi sistemi di trasmissione prima di dismettere l'attuale servizio di diffusione dei notiziari delle agenzie stesse.

Il deputato -che e' anche componente della commissione Trasporti, Poste e Tlc della Camera sottolinea infatti che ''la proroga, secondo le Poste, non potra' essere superiore ai sei mesi e con un costo nettamente maggiorato rispetto a quello sino ad oggi applicato'', rilevando come ''le agenzie di notizie hanno, in sostanza, solo sei mesi per trovare un nuovo sistema di trasmissione delle notizie agli utenti'' e che ''se tale termine verra' confermato, al primo luglio del prossimo anno le agenzie non saranno piu' in grado di trasmettere i propri notiziari''. Al ministro Cardinale, Lamacchia chiede di comunicare ''quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze e dei propri poteri di controllo, il ministro intenda assumere per far fronte alla difficile situazione che si e' venuta a creare e, in particolare, per fare in modo che il termine relativo all'interruzione del servizio da parte delle Poste sia tale da consentire la reale entrata a regime delle nuove tecnologie di trasmissione, gia' allo studio, e l'adeguamento dei sistemi di ricezione degli utenti''.

Interventi urgenti da parte del ministro erano già stati sollecitati nella giornata di mercoledì da esponenti di Alleanza Nazionale. ''Quali provvedimenti intende assumere il ministero delle Comunicazioni per evitare che le Poste italiane 'stacchino la spina' alle agenzie di stampa?'' hanno chiesto Maurizio Gasparri ed Alessio Butti, rispettivamente vicecapogruppo alla Camera e responsabile informazione di An, in una interrogazione urgente al ministro delle Comunicazioni. I due esponenti di Alleanza Nazionale hanno definito l'ultimatum delle Poste un rischio per "il diritto all'informazione degli italiani''.

''Pertanto -concludono i due esponenti di An- chiediamo al ministro Cardinale un intervento nei confronti delle Poste italiane affinche' continuino ad erogare il proprio servizio senza rincari tariffari e fin quando le agenzie non trovino la tecnologia differente per trasmettere i notiziari''. Ma anche da parte Ds le reazioni esprimono perplessità e dubbio. Il responsabile Ds per l'informazione Giuseppe Giulietti, chiede infatti un incontro in tempi brevissimi tra le Poste e i responsabili delle agenzie di stampa. ''Ad una prima lettura -dice Giulietti- la trovo una decisione un po' singolare. Le agenzie sono uno dei centri vitali dell'informazione in Italia. Non capisco il senso decisione, almeno per come e' stata annunciata e formulata. Mi auguro che il ministro delle Comunicazioni Cardinale e il sottosegretario all'Editoria Chiti, che tanta passione hanno dimostrato per il settore, vogliano convocare un incontro tra le Poste e i responsabili delle agenzie per individuare -conclude- un itinerario diverso da quello indicato e che continui ad assicurare un ruolo centrale e insostituibile alle agenzie di stampa italiane''.
(bb/sda)