Tassa di smaltimento anticipata sulle bottiglie in vetro Freitag, 7. Juli 2000 / 13:05 Uhr
Berna - Il Consiglio federale ha deciso d'introdurre una tassa di smaltimento anticipata sulle bottiglie in vetro per bevande.
Sinora i Comuni pagavano 30 milioni di franchi l'anno per la
raccolta e il riciclaggio del vetro usato. Ora saranno in
primo luogo i produttori e gli importatori a dover far
fronte a detti costi.
Per ogni bottiglia di vetro sarà prelevata una tassa che presumibilmente oscillerà tra i 3 e
i 7 centesimi. Il Consiglio federale ha inoltre eliminato il divieto concernente le bottiglie per bevande in PVC. Per queste ultime, in futuro varrà l'obbligo del deposito e della ripresa.
L'ordinanza sugli imballaggi per bevande (OIB) ha dato buoni
risultati durante i dieci anni seguiti alla sua entrata in
vigore nel 1990. In Svizzera hanno visto la luce sistemi
efficaci di raccolta per imballaggi in vetro, lattine
d'alluminio e bottiglie in PET. Sul piano internazionale, il
nostro Paese occupa una posizione di punta per quanto
riguarda il tasso di riciclaggio. Tuttavia, non in tutti i
casi il finanziamento della raccolta è stato risolto in
maniera soddisfacente.
Nuovo finanziamento della raccolta del vetro usato
In Svizzera, ogni anno vengono utilizzate circa 300'000
tonnellate di vetro da imballaggio e raccolte circa 280'000
tonnellate di vetro usato. La raccolta, il trasporto e il
riciclaggio del vetro usato costano ai Comuni in media 120
franchi a tonnellata. Tale onere finanziario causato dalla
raccolta del vetro usato ha portato a rimostranze dei
Comuni. Inoltre, esso contravviene al principio di causalità
fissato nella legge sulla protezione dell'ambiente. Poiché
il settore interessato non è riuscito ad organizzare un
sistema di finanziamento su base facoltativa per il
riciclaggio del vetro usato, la Confederazione - nel quadro
di una revisione dell'OIB - ha deciso d'introdurre una tassa
di smaltimento anticipata sulle bottiglie per bevande in
vetro. In futuro sottostaranno all'ordinanza tutte le
bevande - ad eccezione del latte e dei prodotti da esso
derivati - compresi il vino, gli alcolici, i succhi di
frutta, ecc.
L'ammontare esatto della tassa che i produttori e gli
importatori di bottiglie in vetro dovranno versare sarà
fissato dal Dipartimento federale dell'ambiente, dei
trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (ATEC). Per le
bottiglie da 7 decilitri si prevede un importo da 5 a 7
centesimi circa. Detto sistema permetterà di finanziare
segnatamente la raccolta e il trasporto del vetro usato
destinato al riciclaggio, la pulizia e la separazione delle
bottiglie ancora intere, nonché la pulizia e il
condizionamento delle schegge di vetro. L'Ufficio federale
dell'ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP)
incaricherà un'organizzazione privata del prelievo e
dell'amministrazione della tassa. La gara d'appalto verrà
indetta prossimamente.
Bottiglie in PVC: deposito invece del divieto
Le bottiglie fabbricate nella materia plastica »cloruro di
polivinileö (PVC) erano sinora vietate. Il divieto risaliva
agli anni '80 e all'epoca era pienamente giustificato sul
piano ecologico. Un tempo le bottiglie in PVC venivano
utilizzate per l'acqua minerale naturale. Se viene bruciato
in impianti d'incenerimento dei rifiuti urbani (IIRU), il
PVC produce acido cloridrico. Inoltre, esso è un fattore di
disturbo per il riciclaggio delle bottiglie in PET.
Entrambi i problemi sono nel frattempo stati ampiamente
risolti. I sistemi di lavaggio dei gas di scarico, di cui
sono dotati gli IIRU, permettono di rimuovere e
neutralizzare l'acido cloridrico. Inoltre, gli odierni
impianti di separazione riescono a distinguere
automaticamente le bottiglie in PVC da quelle in PET, di
modo che il riciclaggio di queste ultime non sia più messo
in pericolo. L'impiego di bottiglie in PVC sta fortemente
regredendo sul mercato europeo, in quanto si preferisce
utilizzare le bottiglie in PET, meno costose e più
ecologiche. Il divieto di bottiglie in PVC, quindi, non è
più necessario. D'ora in poi, il commercio sarà tenuto a
prelevare un deposito su dette bottiglie. I venditori,
inoltre, devono riprendere le bottiglie in questione e
conferirle al riciclaggio.
Il settore delle bevande e l'UFAFP calcolano che in
Svizzera, una volta eliminato il divieto, saranno vendute al
massimo 300 tonnellate di bottiglie in PVC all'anno. Grazie
al deposito, oltre l'85% di esse potrà essere riciclato.
Negli IIRU giungeranno così al massimo 50 tonnellate di
detta sostanza. Se confrontato con le 20'000 tonnellate di
PVC provenienti da altre fonti, che annualmente sono
bruciate negli IIRU, questo carico supplementare esiguo
risulta ecologicamente sopportabile.
Un deposito in caso di restituzione insufficiente
L'OIB chiede anche per il futuro un sistema di riciclaggio
ben rodato e capillare per le bottiglie in vetro, le lattine
d'alluminio e le bottiglie in PET. Almeno il 75% delle
bottiglie e delle lattine va riciclato. Se tale quota non è
raggiunta, potrà essere istituito un deposito sugli
imballaggi nel rispettivo materiale.
La revisione dell'ordinanza sugli imballaggi per bevande
(OIB) entra in vigore il 1° giugno 2001. Il Dipartimento
ATEC stabilirà la data a partire dalla quale dovrà essere
versata la tassa. (sda)
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